Nel lusso e nell'incuria

Nel lusso e nell'incuria

Edizione 2014
ISBN 9788890900242
Disponibilità: terminato
€ 12,00
 
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Descrizione

I libri di Poesia, quando si nutrono della linfa della Vita, sono terreno fertile di scoperte, percorsi della memoria che accompagnano in sottotraccia la scrittura, illuminando le radure dove il pensiero si ferma, i nuclei significanti generano il tessuto, la struttura delle pagine. La lettura di questo libro è stata scoperta e riscoperta. Conosco Fernanda da qualche anno, e ogni suo libro mi dona una parte di lei. Come un dialogo che non si interrompe, come un fuso paziente che raccoglie la matassa dei ricordi, dipana il filo, crea l’ordito, disegna la trama, la sua scrittura procede sicura e limpida, domina  la carnalità  sfiorando l’allusione, la metafora, il simbolo. Così, in “Nel lusso e nell’incuria” (Terra d’Ulivi, 2014), l’ordito delle memorie che partono dalla madre, dalla casa, dalle separazioni dell’infanzia, dalle voci dei vecchi (La Madia di Maya), diventa l’humus, l’ordito su cui tessere le vicende più recenti dell’esistenza. Ad allacciare quello che a volte è verso libero e flusso di coscienza è la parola: a fine verso ripresa nelle prime liriche con un’assonanza  segnica nel verso seguente a inanellare percorsi, a istituire corrispondenze

“Sono nata dentro il volo
Volto di mia madre
Sono cresciuta dentro un voto
Vuoto di esistenza
Me ne stavo distesa tra gli oscuri
Movimenti delle labbra
Dove la notte inventa
Invena la parola…”

Non si tratta di semplice  autobiografismo.  La parola scaturisce  come una  necessità esistenziale, diventa elemento di significato, di presa  di possesso del proprio percorso , “… La  memoria è memoria del passato, memoria  del presente, memoria del futuro” (S.Agostino). Ed è così che nella seconda sezione  (“Nel lusso e nell’incuria”), alla memoria del passato si affianca  il tema cardine del tempo, inteso come scorrere presente e prospettiva in divenire. E il racconto poetico si fa eco di un dolore che da individuale si fa corale

“Oltre il senso di vivere
Che ancora non conosco
Oltre il senso del morire
Che nessuno condivide con nessuno
Oltre il senso dell’essere
Che si traduce con avere
Oltre i sensi che mi tradiscono
Dal giorno in cui forse sono nato
Cosa e dove è casa mia?
E
Posso andarci?”

La perdita dell’innocenza, la caduta dell’angelo, rappresentano il crescendo drammatico di questa sezione, dove la parola  diventa  mistica, visionaria, e il verso prosa poetica che incalza

“Cade l’angelo: brucia la purezza.

Di nuovo abbatte le porte delle case. Nulla è risparmiato. Bisogna fuggire. Come nel bosco, la paura mette in fuga gli animali braccati dal fuoco, anche noi fuggiamo. Tutto precipita. La terra è un gorgo di parole in rovina. Leggere nei segni è impossibile. Ogni lettera sospesa tra la notte e le strade preme il suo male. La sola misura che governa è la morte: agrimensore di una terra oltre frontiera. Inarrivabile ogni promessa. Porpora e ombra mi scorrono in corpo”.

In “Tre in Uno” la poesia ritorna al verso e si fa di nuovo intima, dialogo raccolto, ed ecco possibile anche una “Nuova Atlantide”, una Palingenesi dell’Innocenza risorta come Fenice, una speranza che viene dalla scrittura, dalla parola dei poeti. Il percorso, già mille volte fatto e mille volte smarrito, diventa allora visibile come la traccia d’inchiostro sulla pagina. Dalle case dell’uomo si ritorna così, in maniera circolare, alla casa, alla madre. E la figlia si rispecchia nei suoi figli, la madia dei ricordi si riapre ed elargisce i doni agrodolci del passato che non torna e del  presente che non si riconosce

“Sotto traccia
Dentro
Le pareti di casa
Ho trovato nascoste
Parole trafitte
Da un remoto
Passato che si era infiltrato
Nel lavabile delle tempere.
Con l’unghia di un pennino e con la lingua
Mai dimenticata appresa da mia madre
Ho potuto tradurre quei segni
Quasi indecifrabili…”

E la vita recupera così l’assurda necessità dei piccoli riti del quotidiano, con i suoi interrogativi mai esausti nell’attenta osservazione della voce silenziosa delle cose, ancora capace di meraviglia, emozione, scroscio di parole

Raffaella Terribile

 

 

 

 

 

 

 

 

Ha vinto il primo premio nel concorso internazionale "Premio Castello di Prata Sannita 2014

Alcuni momenti della manifestazione. Nelle foto da sinistra: Lucia Cervelli, Annamaria Ackermann, Elio Pecora

 

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