Rapsodie ungheresi

Un’impronta neorealista accompagna costantemente questa serie di racconti, prima pubblicazione di Kristian Guttadauro. 

Da una pagina all’altra il lettore viaggia tra le rumorose vie di Budapest e Parigi, passando per la calura del deserto ocra dell’Egitto meridionale e quasi assaporando la brezza del Mar Rosso in un alternarsi di minute descrizioni ed emozioni dei protagonisti messe a nudo in un viaggio su più dimensioni, sia temporali che geografiche.

Una serie di frammenti, a tratti visioni, che cantano e recitano liberamente la loro parte per poi riunirsi in “rapsodie” che danno senso ad ognuna delle storie narrate. Un significato che talvolta l’autore decide volutamente di lasciare aperto ad ogni singola interpretazione, perché alla fine la vita di ogni singolo individuo può ancora immaginare un Törekvés, ovvero un sogno ad occhi aperti da realizzare nel corso della propria esistenza spesso vissuta “tra le linee”.